No, no... non è così. La realtà è che questi finti imprenditori, quando le cose vanno bene inneggiano al made in italy (dove sono finite le sarte che facevano le tute a mano, con la sapienza e la bravura tanto sbandierata in televisione e sui giornali? Adesso sono tutti bravi, anche in cina o malesia?), quando invece perdono un pochino di fatturato, anzichè stringere le fila e aprire il borsellino come farebbe il buon padre di famiglia, chiudono il portafoglio, spostano i capitali, e riaprono le fabbriche nell'eldorado degli schiavi bambini e dei turni di lavoro da 13 ore al giorno con una ciotola di riso (vedi quell'altro delle scarpe tod's, tutte prodotte tra Albania e estremo oriente e poi Made in Italy....).
Questa gentaglia, e lo dico da Nordista nei confronti di imprenditori settentrionali, non merita di stare nel nucleo produttivo d'Europa.
Noi consumatori compreremo altro.