Ciao a tutti,
spesso anche io vengo preso dai pensieri foschi che ci ha riportato Paolo71, anch'io come lui mi trovo a pensare "E se stasera a casa non ci torniamo?".
E' normale, è la paura di morire che ci fa vivere, il timore di non rivedere i propri cari ci porta alla prudenza; soprattutto se la nostra passione, la nostra gioia di vivere si chiama motocicletta e si trova a dover condividere la strada con milioni di mezzi ben più grossi e corazzati di noi (e condotti spesso da gente che non ha la minima idea di cosa sta facendo :evil: ).
Però rifletto .
Quando milioni di persone si muovono, milioni di mezzi le portano in giro, è normale (statisticamente parlando) che qualcuno ci rimetta la buccia; e non succede solo sulle strade, ma anche nelle adunate di folla, ai concerti, negli eventi di massa in genere. Certo, noi come 'motociclanti' siamo un po' più indifesi, ma abbiamo i mezzi per attuitire la nostra debolezza: sono in nostro buon senso e la nostra esperienza. Contro il Fato si può ben poco, è vero, ma Egli ci può cogliere anche sprofondati in poltrona, o sul lavoro...
Per quanto mi riguarda, gli anni mi hanno fatto crescere l'istinto di sopravvivenza (vogliamo chiamarla paura?) che nel motociclista è sempre un po' latente; e per parte mia ho cercato di migliorare le mie capacità di guida (in circuito si capiscono tante cose, si impara e ci si diverte in sicurezza), di sviluppare il mio intuito e la mia prudenza in tutti i frangenti. Ho capito che andare piano non è più facile che correre, che un paesaggio si gusta meglio a 70 all'ora e che andare in moto è la cosa più bella che ci sia, nonostante il destino, i pericoli e quant'altro.:wink:
Lamps