Cià cià Mario, se non ci penso io a te, qui nessuno pensa a risponderti! :lol: :lol:
P.S: per la consulenza gastronomica regionale fanno solo € 30!!!
"La pasta di cacio messa nelle forme - «tàlz o fassere» in friulano - viene rifilata alla sera. Questi ritagli - «strìssulis» o « còdis» o «ritàis» - donano un frico eccezionale, me lo conferma Rebecca Taddio che dev'essere nella manica di qualche casaro, poiché dispone di questi ritagli che spettano di diritto ai rosari che ne vanno gelosissimi (ma cosa faranno i casari con «Iis strìssulis» di un anno intero? No di certo solo e sempre frico! ). Val la pena di assaggiare un frico di «strìssulis». Se il frico vi piace, vi piacerà ancora di più, se non vi piace o non lo conoscete, diventerete amici. Lo giurava un casaro mio amico di Cavalicco, Angelo Della Mora. Preparazione del frico di strìssulis»: i ritagli vengono fritti in poco olio o/e burro, pepe, sale, fino alla consistenza voluta. Meglio ancora: i ritagli vengono ammorbiditi in bagno di latte per un paio d'ore o più, dopo di che si' mettono in padella nera - «fersorie» o «frissorie» - col condimento sopraddetto. Per il frico di formaggio si usa latteria fresco o invecchiato o magrissimo («s'cipi» della Vai Raccolana )o salato (Val Tramontina). Si fa in svariati modi: fritto semplicemente in padella con pochissimo olio o/e burro fino a consistenza croccante; ma non è cosa tanto semplice, più facile dirlo che farlo. Con cipolle: si soffrigge la cipolla, si aggiunge il formaggio a dadolini o scaglie o grattugiato, pepe, sale e si rivolta da ambo le parti fino a toccare la perfetta cottura. Con patate: si friggono prima le patate, si aggiunge il formaggio affettato o grattugiato e si rosola bene come sopra. In molti ristoranti usano le patate lesse, ma è tutta un'altra cosa"