Metto questa favoletta che la mente del magister ha trasudato presa dal caldo :shock:
La metto qui sperando di non prendermi troppe legnate :roll:
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NELLA CITTA' DI MOTOLANDIA
C'era una volta nella città di Motolandia in provincia di Smanettonia
un certo IO che godeva di andare in moto: piegava a destra, a
sinistra, raschiava pedane, derapava tornando a casa sazio di
equilibrismi e bravate adrenaliniche e felice di quanti più Km aveva
percorso.
IO era libero nell'aria, libero nel polso, libero..... finchè i suoi occhi
non si posarono sul mondo di meraviglie degli occhi di quella LEI che gli
leggevano dentro turbandolo con pulsioni e misteriose turbolenze che
facevano dimenticare anche la moto.
Fu così che IO divenne NOI e per la prima volta, percorrendo le solite
strade, sentì il piacere di avere alle spalle un calore che gli dava
un senso.
Gli amici lo canzonavano bonariamente col solito titolo ignominioso di
fermone, ma lui non li capiva più.
Che ne sapevano loro di quanti fiori coloravano i prati lungo la
strada, della profondità del turchino del cielo, delle sensazioni
olfattive che ambientano?
La gioia dell'abbraccio fiducioso che da dietro lo avvolgeva e lo
inebriava lo aveva elevato alla bellezza delle sensazioni e dei
sentimenti.
LEI, con generosità gelosa, suggeriva ad IO di uscire ancora con gli
amici.
Ma IO trovava assurdo passare frenetico in un paesaggio pieno di luci
e colori meravigliosi mai visti nelle adrenaliniche uscite di un tempo
che ora non avevano un senso.
IO, SOLO su quella moto amata, non provava gioia.
Solamente quando LEI lo trasformava in NOI provava gioie ed emozioni
come nessuna delle libertà perdute.
E tutto ebbe un senso.