Ciao a tutti.
Rispondo a Bassini perché è un argomento che ho a cuore, è la mia vera passione.
Io le supersportive le adoro....diciamo che ideologicamente per me la moto è lei, la supersportiva con cui cercare il proprio limite, perché il limite della moto è decisamente più alto del nostro.
Il massimo della tecnologia a disposizione per sfidare se stessi, o magari uno o più amici, ma sempre nel rispetto di tutti.
Ecco, è proprio per questo motivo che di moto ne ho avute quasi da sempre, due.
Ho una ninja 1000, che strapazzo al massimo appena mi è possibile, ma sempre e solo in pista, ed anzi mi stupisco che le supersportive non siano state private di targa e fanali come le moto da cross, al giorno d'oggi, vista la loro indole iper specialistica.
La mia Kawa non ha mai girato in strada, ma ad ogni appuntamento in pista mi ricorda nell'ordine....cosa è capace di fare tra i cordoli, quanto io stia invecchiando, e quanta fatica si faccia a guidare al limite.
La adoro, adoro guidare "davvero" la mia moto, e per farlo l'unico modo è portarla in un circuito serio, perché i 1000 moderni in piste come varano o franciacorta non possono dare il meglio di se.
Credo fortemente che quando si parla di supersportive e necessariamente di pista, la nostra passione si tramuti anche in uno sport, che come tutti impone un allenamento, una tecnica precisa che si affina con la conoscenza e l'allenamento.
Usare una supersportiva in strada, permettetemi l'accostamento, è come uscire con Moana Pozzi con la seria intenzione di portarla a mangiare un gelato per poi riaccompagnarla a casa senza neanche provarci, perché in strada, quello che riesce a dare è più o meno il 30% del suo potenziale.
Detto questo, le sportive si sono evolute ad un livello incredibile, e negli ultimi 5/6 anni grazie al cielo sono diventate anche molto più sicure ed efficaci per mezzo di una elettronica evoluta accoppiata a sistemi abs che iniziano a funzionare bene, nonostante lo stress a cui vengono sottoposti in pista.
Per rendere meglio l'idea, 15 anni fa le supersportive avevano circa 130 cavalli (veri) e a ogni uscita di curva erano tori imbizzarriti.
Anche le gomme non avevano il grip offerto dai pneumatici attuali, ed andar forte era molto più rischioso di oggi, dove con 175 cavalli (veri) alla ruota, in uscita di curva si può praticamente spalancare avendo la tranquillità che la trazione c'è sempre e in caso di difficoltà una pezza ce la mette il traction.
Ai puristi che criticano il progresso elettronico delle moderne supersportive, io dico solo di provarle, e poi mi sapranno dire se guidare con l'elettronica valida è un bene o meno.
E non parlo di traction control delle moto da strada, parlo di tc delle centraline racing delle varie case costruttrici che vengono messe in vendita per preparare la moto all'utilizzo specialistici nei trofei i campionati.
Ecco, per me l'esperienza della guida di una supersportiva in pista è il massimo.
L'esatto contrario invece, lo è su strada, dove una seconda marcia da oltre 200 all'ora non serve a niente e anzi rende facilmente frustrati, visto che praticamente mai si riesce a spalancare il gas per più di qualche secondo.
Per la strada, esistono le moto normali, comode, confortevoli, appaganti in altri contesti e dotate di 1000 caratteristiche che ci permettono di amarle e desiderarle.
E l'fjr è una di queste....semmai dal mio personalissimo punto di vista è un po' troppo potente, ma il cambio a 5 marce di quella scelta da me aiuta a renderla docile il giusto nonostante la tanta cavalleria.
Su una cosa però le supersportive e la pista possono essere utili "sempre".
Insegnano a guidare, sono dannatamente efficaci in questo, e fanno molto più di migliaia di km percorsi su strada.
Quando ci si avvicina al limite, in pista, si percepisce quello che fa la moto in maniera
differente da quando si viaggia su strada, e si impara meglio a conoscerne le possibili reazioni.
La guida in pista, il pilotaggio di una moto tra i cordoli, io lo consiglierei a chiunque, dal ventenne all'ottantenne, che guidi una R1, una FJR o un GS.....perché la tecnica, è sempre quella.